Mutui a tasso variabile: ennesima stangata, ma arrivano 4 modi per abbassare la rata ad ottobre

Per abbassare la rata del mutuo ci sono 4 modi per riuscirci. Ecco come fare anche se avete il tasso variabile e i tempi sono complicati

Sul fronte dei mutui la situazione non è di certo delle migliori, viste le continue stangate dovute a una serie di fattori internazionali che stentano a virare per il meglio. Tuttavia, per abbassare la rata di ottobre sono arrivati quattro modi inattesi.

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Rata del mutuo più bassa: si può fare – Tecnozoom.it

Dopo un lungo periodo, estremamente fortunato ma ormai lontano, in cui i prestiti si trovavano ad avere bassissimi tassi di interesse e quelli a tasso variabile rappresentavano una esigua minoranza, oggi questo tipo di scelta ricade su buona parte di coloro che si trovano a stipulare un mutuo con la banca. Anche se di certo, anche oggi, non si riesce a stare facilmente sereni, a causa dell’aumento continuo dei tassi di interesse e, di conseguenza, delle rate. C’è però un modo per ridurre le rate del mutuo a tasso variabile che non tutti conoscono. 

Le difficoltà odierne e i modi per alleggerire il carico

Ad esempio, un primo consiglio potrebbe essere quello di decidere di surrogare il proprio mutuo a tasso variabile. Di sicuro sarebbe stato meglio farlo all’inizio dell’aumento dei tassi, tuttavia anche oggi questa soluzione potrebbe rappresentare una risposta alla situazione difficile che stiamo vivendo. Specialmente nel caso in cui si riesca a trovare un’offerta conveniente a tasso fisso. Con la surroga del mutuo, infatti, vi è la possibilità di cambiare banca e condizioni del finanziamento, dal tasso di interesse all’importo della rata fino agli intestatari del mutuo.

Il sito Idealista ha messo in fila alcuni calcoli, a titolo di esempio. Per un un mutuo a tasso variabile da 200mila euro erogato 1 anno fa, oggi ci si trova un aumento di 329 euro mensili, mentre per uno erogato tre anni fa l’aumento è di 296 euro. Cifre che non sempre sono sostenibili per le proprie finanze, specialmente sul lungo periodo.

La speranza che si prospetta

La speranza, ragionevole, è che tra qualche tempo i tassi di interesse caleranno, quando l’inflazione giungerà intorno al 2 per cento. Il che farebbe pensare che potrebbe essere meglio lasciare le cose come stanno e stringere i denti per qualche periodo. Tutto dipende da tre fondamentali variabili: il tasso del mutuo, il debito residuo e la durata residua del periodo di ammortamento. Tre variabili che si possono modificare rinegoziando il mutuo in banca, se il nostro reddito non rende sostenibili le attuali condizioni del mutuo.

Con una novità arrivata di recente. Se infatti l’Isee è sotto i 35 mila euro e si tratta di un mutuo prima casa sotto i 200 mila euro, fino al 31 dicembre 2023 la banca è costretta ad accogliere la nostra domanda di modifica di mutuo da variabile a fisso, in virtù di un emendamento alla legge di Bilancio 2023. L’unico requisito è che il mutuatario risulti in regola con il pagamento di tutte le rate.

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Mutui, quali tassi convengono oggi (tecnozoom.it)

Il mutuo che si otterrà dovrà utilizzare come tasso l’Eurirs di durata più prossima a quella residua del mutuo a cui aggiunge lo spread del vecchio mutuo. Il che rende quest’ultima un’opzione da prendere in considerazione per alleggerire le proprie spese. Come anche quella di modificare la durata del periodo di ammortamento, allungandolo per diminuire la rata, o ricalcolare la quota di restituzione della quota di capitale e di interessi, rinegoziando il mutuo presso la banca, che però in questo caso potrebbe non acconsentire.

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