Le partite Iva vanno in pensione? La risposta è meno scontata di quanto si creda

Oggi scopriamo cosa dice la legge italiana in merito all’età pensionabile dei lavoratori titolari di partita IVA.

I professionisti, i lavoratori autonomi e i commercianti devono essere provvisti di partita IVA per poter esercitare il proprio lavoro. Così facendo questa categoria di lavoratori si impegna a versare una aliquota di imposte prestabilita in base ai ricavi ottenuti. Ma il lavoratore titolare di partita IVA deve anche versare i contributi: ma andrà in pensione?

Le partite IVA vanno in pensione?
Partite IVA pensione – Tecnozoom.it

 

L’attuale sistema pensionistico prevede che un lavoratore possa accedere alla pensione di vecchiaia al raggiungimento dal 67° anno di età. Questa condizione vale tanto per i lavoratori dipendenti quanto per i lavoratori autonomi. Per entrambi le categorie è anche necessario aver effettuato un versamento contributivo di almeno 20 anni. Oggi scopriremo alcune particolarità della pensione che l’INPS versa agli ex titolari di partita IVA.

Le partite IVA vanno in pensione? La risposta che non ti aspetti

Secondo quanto stabilito dalla legge italiana, coloro che svolgono attività dai lavoratori autonomi e sono titolari di partita IVA hanno la possibilità di andare in pensione al raggiungimento dell’età pensionabile stabilita dalla legge e del versamento contributivo minimo.

A quanto ammonta la pensione che percepisce una partita IVA?
Pensione che percepisce una partita IVA? – Tecnozoom.it

 

Ma a quanto ammonta la pensione che percepisce una partita IVA? L’importo della pensione che l’Inps versa nei confronti di questa categoria di lavoratori dipende da molteplici fattori. Tra questi abbiamo la cassa di appartenenza o la gestione a cui il lavoratore risulta iscritto e ovviamente il numero di versamenti contributivi effettuati. Ma più di tutti ad incidere sul valore della pensione è il montante contributivo, ovvero la somma di tutti i contributi versati nell’arco della carriera del lavoratore.

Secondo i dati forniti dall’INPS, generalmente una partita IVA che va in pensione percepisce un importo pensionistico inferiore del 40% rispetto all’ultimo ricavo. In ogni caso in base alle leggi attualmente in vigore i lavoratori titolari di partita IVA devono versare il 33% dei loro ricavi a titolo contributivo nella gestione separata. Mentre coloro che sono iscritti alla gestione artigiana dovranno versare il 24% dei ricavi. Infine, c’è la gestione commercianti che prevede un versamento pari al 24,48%, dei ricavi.

In base alle disposizioni attuali è previsto che gli artigiani e i commercianti versino in maniera obbligatoria un minimale contributivo e che il calcolo dei contributi da versare avvenga sulla parte eccedente. In ogni caso, i titolari di partita IVA vanno in pensione al raggiungimento del sessantasettesimo anno di età dopo aver versato 20 anni di contributi. Fermo restando che esistono alcune opzioni che permettono di accedere al pensionamento anticipato in presenza di specifici requisiti.

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