Acquisti online, cambia tutto: anche in Italia dovremo pagare in più

Cambia tutto con gli acquisti online in Italia. Saremo presto costretti a dover pagare di più, ecco tutte le modifiche presto in vigore.

Gli acquisti online rappresentato da ormai qualche anno una realtà affermata in tutto il mondo. Italia compresa dove, complice lo scoppio dell’emergenza pandemica, sempre più utenti si sono ritrovati a utilizzare le varie piattaforme di e-commerce presenti sul web per poter ricevere comodamente a casa tutto ciò di cui si ha bisogno. I costi sono notevolmente ridotti rispetto ai negozi fisici.

Gli utenti italiani dovranno pagare di più per gli acquisti online
Acquisti online, anche in Italia bisognerà pagare di più – Tecnozoom.it

Presto però le cose cambieranno per sempre. Stando a quanto emerso, infatti, saremo costretti a dover pagare di più per poter acquistare tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Con una modifica sostanziale che sta già entrando in vigore in tutta Europa e che colpirà anche il mercato italiano. Ecco tutti i dettagli sulle novità e in che modo andranno a rendere più costoso l’e-commerce.

Acquisti online in Italia, presto bisognerà pagare di più: ecco i dettagli

Una vera e propria svolta sta per investire il mercato degli acquisti online. Con anche gli utenti italiani che dovranno pagare di più per accedere ad un determinato servizio. La scelta è partita da alcuni marchi e si sta allargando a macchia d’olio, con una decisione che presto diventerà lo standard e verrà applicata su scala globale.

Ecco come cambia il mercato degli acquisti online in Italia
Acquisti online, addio al reso gratuito in Italia – Tecnozoom.it

Probabilmente avete già sentito parlare del fenomeno del reso compulsivo, che porta i consumatori a sfruttare la restituzione gratuita dei prodotti in maniera legale ma poco trasparente. Ossia ricevendo a casa vestiti, dispositivi tech, oggetti e altro, utilizzandoli per un mese e restituendoli poi al negozio. Riottenendo così il prezzo pagato senza troppe limitazioni.

Ora l’obiettivo è quello di salvaguardare l’ambiente dai troppi camion che si ritrovano pieni di pacchi da consegnare e da restituire. Così che gli utenti possano agire con più criterio, senza basare più la propria esperienza sul reso. In che modo? Secondo quanto riferisce il New York Post, con delle commissioni che verranno applicate per il reso. Basti pensare a Zara nel Regno Unito, dove i consumatori dovranno pagare 1,95 sterline se decideranno di restituire un capo acquistato online.

Il discorso si allarga anche in Italia, dove sempre con Zara la richiesta per la restituzione di un acquisto è di 4,95 euro. Amazon per ora non si muove a riguardo e preserva la possibilità di godere del reso gratuito, ma chissà che le cose non possano cambiare molto presto.

Pensate che, a livello globale, sono già 8 su 10 i rivenditori che in media hanno deciso di addebitare delle commissioni per la restituzione degli articoli. E non si parla solo di Zara, ma anche di altri marchi come Uniqlo, Asos, Abercrombie & Fitch e tanti altri.

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