Alzheimer, i medici mettono in guardia: questo sintomo insospettabile ne annuncia precocemente la comparsa

L’Alzheimer è una patologia neurodegenerativa che priva chi ne soffre della cosa più preziosa, i ricordi. I medici mettono in guardia su un sintomo insospettabile che ne annuncia la comparsa.

Molti sottovalutano i segnali e sebbene non esista ancora una cura per questa malattia, venire a conoscenza prima della potenziale esplosione del male può portare a rallentare il suo decorso.

Alzheimer, ecco i sintomi precoci
Sintomi precoci dell’Alzheimer- (Tecnozoom.it)

Questa patologia prende il nome dal neurologo tedesco Alois Alzheimer che all’inizio del secolo scorso ne descrisse le caratteristiche per primo. Si tratta di un problema che porta a un processo degenerativo progressivo in grado di distruggere le cellule del cervello. Questo porta a un deterioramento di alcune funzioni cognitive, come memoria e linguaggio, in maniera irreversibile.

I pazienti che accusano l’Alzheimer si trovano a veder piano piano compromessa la propria autonomia e la capacità di compiere i gesti quotidiani. I sintomi di questa possano variare da soggetto a soggetto e anche in maniera piuttosto importante. Sebbene tutti conoscano quello che accade quando si è vittime di questo problema ci sono dei segnali che anticipano il tutto, andiamo a vedere quali.

Alzheimer, non ignorare questi sintomi

Non si devono assolutamente ignorare questi sintomi che sembrano testimoniare di fatto la comparsa del morbo di Alzheimer. Particolari problemi di vista possono di fatto essere un segnale precoce della patologia. Lo dimostra un importante studio internazionale che ha rivelato come l’atrofia corticale posteriore, che porta a sintomi anche visivi, può comparire addirittura quattro anni prima del deficit di memoria.

Alzheimer e sintomi
I sintomi che anticipano l’Alzheimer- (Tecnozoom.it)

Questi sintomi sono però insoliti e per questo possono portare a sviare verso la diagnosi che potrebbe arrivare anche con anni di ritardo. Il team di ricercatori dell’Università della California di San Francisco ha lavorato a questo studio pubblicato sul Lancet Neurology.

A questo lavoro hanno collaborato anche l’Università Vita e Salute del San Raffale di Milano e l’Università di Trento. Tra i professionisti impiegati nello studio della malattia ci sono la professoressa di neurologia Federica Agosta e la professoressa Daniela Galimberti del Dipartimento di Scienze Biomediche, Chirurgiche e Odontoiatriche dell’Università degli studi di Milano.

Sono stati studiati a fondo i dati di oltre mille pazienti con PCA provenienti da differenti paesi nel mondo. In media la sindrome inizia a colpire i pazienti all’età di 59 anni e prima della maggior parte di chi invece è colpito dalla forma comune di Alzheimer. I ricercatori parlano di una stima del 10% su tutti i casi che si verificano.

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